Forse non abbiamo mai celebrato la quaresima in un modo così dolorosamente vero, pratico, esistenziale: siamo passati dalla liturgia alla vita.
Papa Francesco ci ha detto e ripetuto che:
nessuno si salva da solo
che nulla ci può mai separare dall’amore di Cristo
che tutti siamo figli di Dio, al di là delle differenze spirituali.
Potenza e verità del Vangelo di Gesù.
Ti ringraziamo, Signore, per la fede che ci hai dato!
Cominciamo a comprendere in questa prova tante cose; anche una frase di san Paolo: “Compio in me ciò che manca alla passione di Cristo a vantaggio del suo corpo, che è la chiesa” (Col.1.24)
Anche le prove della vita, che non ci vengono assolutamente risparmiate, in Cristo assumono un senso diverso: invece che incomprensibile e inutile, diventano carità e mistero, senso oltre il visibile.
“Vivere Cristo, sentire Cristo”. Più ancora che dalla sola paura, nascono così le grandi virtù dell’essenzialità, libertà interiore da tanti pesi superflui, coraggio, solidarietà responsabile, gerarchia dei valori, occhi che – anche se piangono – vedono anche il dolore degli altri.
Insomma, nella quaresima di quest’anno, siamo rimasti privi dei nostri riti, ma abbiamo compreso che la vita stessa è liturgia: “Vi esorto, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrirei vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio. E’ questo il vostro culto spirituale” (Rom.12.1)
Don Sergio