La riflessione scelta quest’anno per il nostro cammino di Azione Cattolica riguarda il tema del “tempo” con tutti i suoi infiniti rimandi e sviluppi. Ad un primo incontro gestito a sorpresa nel quale, Bibbia alla mano, abbiamo cercato di ricordare le pagine della Sacra Scrittura che affrontano questo argomento, ha fatto seguito un’uscita domenicale nella mattina del 9 febbraio scorso quando ci siamo recati presso il monastero delle nostre sorelle clarisse di San Biagio.
Chi pensa che le suore di un monastero possano essere considerate in qualche modo come “al di fuori del tempo” sicuramente non conosce le sorelle di San Biagio e soprattutto non conosce Suor Giovanna che abita la nostra quotidianità con la stessa lucida profondità con la quale vive all’interno della sua Comunità.
L’ingresso nella piccola saletta con mattoni a vista che ci ha accolti nel monastero ha creato subito quell’atmosfera necessaria per lasciarci alle spalle le solite preoccupazioni della settimana, poi ecco arrivare Suor Giovanna con i suoi essenziali attrezzi da lavoro: la “Parola” ed un quaderno di preziosi appunti. Non è possibile fare un resoconto esaustivo di ciò che abbiamo udito semplicemente perché ci sono incontri che vanno vissuti in prima persona e che lasciano un profumo ed un desiderio di conoscenza particolari. Suor Giovanna ha cominciato a raccontare di come il tempo a volte venga diviso tra quello che dobbiamo fare, quello che vogliamo fare e quello che desidereremmo fare. Così però le giornate rischiano di essere solo un contenitore che cerchiamo di riempire frettolosamente di tutto, senza accorgerci che diventiamo giorno dopo giorno sempre più nevrotici ed affamati di tempo; ma siamo davvero sicuri che invece ad essere noi a consumarlo non sia il tempo a divorare noi? Altre volte invece lo consideriamo come un insieme di avvenimenti che passano senza essere collegati tra loro, senza eccessiva preoccupazione, un po’ come avveniva nella tecnica pittorica degli impressionisti che quando dipingevano i loro quadri sembravano fare col pennello solo dei piccoli punti qua e là sulla tela. Ma quale disegno della nostra vita emergerebbe da una giornata vissuta così?
Purtroppo sappiamo bene di avere ormai perso quel contatto con la natura che era capace di darci l’esatta cognizione del tempo seguendo l’avvicendarsi delle stagioni. La cultura contadina che ha contraddistinto le nostre terre sapeva infatti educare soprattutto al tempo dell’attesa che ormai abbiamo irrimediabilmente perduto. Oggi poi, con i moderni sistemi di comunicazione, sembra che il tempo non abbia più valore, esistono tutorial youtubizzati che nel giro di pochi minuti passano dalla semina di una zucchina, alla sua raccolta, alla sua cottura in padella sulla base dell’ultima ricetta di grido, fino ad uno scenografico impiattamento con gustoso assaggio finale. Il tempo che abbiamo trascorso a guardare il tutorial è vero ma quello virtuale che è passato tra la semina e l’uso della forchetta ci fa immaginare una realtà semplificata che non esiste nel mondo concreto.
Da sempre l’uomo si è interrogato sul vero senso dello scorrere del tempo dandosene a volte una rappresentazione lineare ed altre volte un’immagine circolare ma sempre ci si è dovuti rifare ad un inizio e qui Suor Giovanna ha introdotto il primo capitolo di Genesi. Quell’ “In principio” del primo versetto infatti è anche l’inizio della storia di ognuno di noi e quell’Adamo di cui si parla rappresenta ogni essere umano che vuole vivere la sua avventura nel mondo fatta di relazioni con i suoi simili, con la natura e con l’infinito di Dio. É vero che la tradizione sacerdotale, alla quale viene attribuita la stesura di questa pagina, è maturata in un periodo storico attraversato dall’esilio babilonese in cui, nei riflessi della creazione si cercava anche la riunificazione del popolo d’Israele e la giustificazione alle sue leggi, ma è altrettanto vero che le cosmogonie orientali elaborate fino a quel momento narravano la creazione come il risultato di una lotta tra dei e non come il gesto d’amore di un Dio che, nel dono del tempo, vuole fin da subito cercare una relazione ed un’alleanza con l’uomo.
L’originalità ispirata del racconto biblico viene sottolineata anche dall’introduzione del settimo giorno che è parte della creazione stessa e che diventerà, con la sua consacrazione, il giorno particolare dedicato all’incontro tra Dio e l’uomo. Ogni vita che nasce, ogni giornata che comincia, ogni gesto d’amore, ogni parola che crea amore è come l’inizio di una nuova creazione in cui Dio si rivela all’uomo nel corso del tempo.
Gruppo Adulti Azione Cattolica